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Stromboli tra Iddu e Strombolicchio

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  Stromboli è l'isola più magica delle Eolie, tra Iddu e Strombolicchio. Famosa per il suo vulcano che gli abitanti chiamano Iddu, regala emozioni al tramonto alla Sciara del fuoco, dove muri di lava vulcanica giungono al mare. L’edificio vulcanico raggiunge i 926 metri sul livello del mare e 1700 al di sotto, dove trovare meravigliose spiagge di sabbia nera, le più belle delle Eolie. I centri abitati dell'Isola sono quelli di San Vincenzo e San Bartolomeo, con le sue case bianche lungo le pendici del vulcano e Ginostra a sud, raggiungibile solo via mare.  Ad un chilometro e mezzo da Stromboli si trova l’isolotto dello Strombolicchio, un residuo di un antico camino vulcanico aspro e inabitato. Oltre al cratere vulcanico l’isola vanta meravigliose spiagge di sabbia nera o di ciottoli scuri incastonate tra falesie di pietra lavica, tra cui Piscita e Scari, insenature e grotte. Le principali spiagge a Stromboli si trovano nel settore settentrionale dell’isola, lungo il tratto cost

Makari, gioiellino siciliano

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  Nella provincia trapanese troviamo una perla conosciuta a molti per la sua serie tv: Makari Attraversato il borgo di San Vito lo Capo, sulla strada per Trapani troviamo di fronte a noi la Baia di Santa Margherita. Il paese si presenta arroccato lungo il pendio della Montagna, in basso invece troviamo Calette mozzafiato e un mare colore turchese. Sono sette chilometri di costa protetta da esplorare a piedi, punteggiata di palme nane, torri di avvistamento, come quella dell’Impiso e dell’Uzzo, spiagge segrete e natura incontaminata. Il tratto di costa che si estende tra i borghi di Macari e di Castelluzzo vantano alcune delle spiagge più belle della zona. Coste selvagge e frastagliate, lontane dalle case, sono caratteristiche di questo tratto, con calette affascinanti e di immensa bellezza. Si parte da la Calazza, in parte sabbiosa ma con i ciottoli in acqua, accerchiata da macchia mediterranea e quasi isolata. Il fondale è sabbioso e la spiaggia piuttosto lunga, ideale per chi è alla

Santa Marina Salina, isola sempreverde

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  Santa Marina Salina è l'approdo per visitare l'isola di Salina, appena scesi dall'aliscafo di fronte troverete le case colorate crogiolo di sapori ed odori Il centro abitato si presenta con viuzze e vicoli stretti pieni di colori e giardini coltivati anche a capperi, appena usciti dal centro abitato, la spiaggia vicino al porto merita una visita. Si compone di ciottoli vulcanici ed acque cristalline dal colore blu tendenti al verde smeraldo La sera si anima di vita grazie ai karaoke e alle passeggiate magari con un gelato

Il Tempio della Concordia

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Il tempio della Concordia, fu costruito nel V secolo A.C. su un promontorio che da oggi sulla città di Agrigento. Uno dei templi che oggi è rimasto intatto nella sua interezza, nel corso del tempo ha subito modifiche tra cui   quelle del VI D.C, quando fu trasformato in chiesa ortodossa.   L’attuale pianta del tempio, che fu poi utilizzato come basilica, è il risultato di alcune modifiche strutturali praticate dai Bizantini. Fu infatti eliminato l’altare pagano e riempito lo spazio interno attraverso l’edificazione di una parete. Dall’esterno si nota l’imponente colonnato in stile dorico che si erge sopra un basamento in pietra. Esso fu costruito per dare stabilità a tutta la struttura e per superare le difficoltà che derivano dal terreno molto sconnesso. Lungo le colonne sono praticate le scanalature proprie delle colonne classiche ed è presente l’effetto di “correzione ottica”, proprio di molti templi antichi La vista del tempio  illuminato con il tramonto sullo sfondo è uno spettaco

Valle dei templi, Agrigento

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  La valle dei templi sovrasta Agrigento, la quale è stata fondata da coloni greci nel 580 A.C. Il Parco Archeologico si estende per circa 1300 ettari, dal 1997 è divenuto patrimonio dell'Unesco. L'area si caratterizza per 11 templi di ordine dorico, tre santuari, svariate necropoli, tomba di Nerone e opere idrauliche dell'epoca.  Il tempio di Giunone si trova sullo sperone roccioso più elevato della collina dei Templi, presso l’estremità est. Come per la maggior parte dei templi agrigentini, non è possibile sapere a quale divinità fosse dedicato.  La sua attribuzione a Giunone deriva da un’errata interpretazione di un passo dello scrittore romano Plinio Il Vecchio, che si riferisce, in realtà, al tempio di Giunone sul promontorio Lacinio a Crotone, in Magna Grecia. L’edificio di ordine dorico è databile intorno alla metà del V secolo a.C. e ha un basamento di quattro gradini, su cui poggiano sei colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi. Al suo interno il tempio è

Pollara, il paradiso di Salina

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  Pollara antica borgata marinara si trova a Nord dell'Isola di Salina, da qui sembra di toccare con mano le sorelle Alicudi e Filicudi Negli anni 90 è location del film il Postino di Troisi, la spiaggia si presenta con ciottoli, pareti rocciose e acque cristalline. Per arrivare basta prendere un bus di linea da Santa Marina Salina direzione Nord Da qui basta seguire il sentiero per la spiaggia costellato da piante di ficus, vegetazione mediterranea, e profumo di zagare La sera diventa momento emozionante a Salina, obbligo è il tramonto che da qui è magico

Catania, il suo castello Ursino

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  Il castello Ursino è uno dei monumenti importanti di Catania, dislocato tra Via del Plebiscito e via Garibaldi, quindi in centro storico. Fu costruito dall'Imperatore Federico secondo di Svevia tra il 1239 ed il 1250 ad uso di fortezza. L'imperatore pensò al castello legato ad un progetto difensivo da chi era ostile e ribelle al regno, gli altri due manieri erano il Castello Maniace di Siracusa e quello di Augusta.  Eretto dall'architetto Riccardo da Lentini, prese il nome dal latino “castrum sinus” cioè “castello del golfo”, diventato poi, con il passare degli anni, Castello Ursino. Sul Castello abbiamo un fatto curioso, secondo il quale, un a colata lavica nel 1669 giunse fino alla città etnea e ricoprì per intero il mare intorno al castello, che si solidificò, dandogli l’aspetto attuale. Il tragico evento lasciò intatta la struttura del maniero federiciano, ma di fatto ne distrusse la funzionalità militare.  Dalla fine del Cinquecento, il castello entrò in una fase di